COME SI REALIZZA UN EVENTO WOYZECK
Ogni tappa di Woyzeck,
sviluppata in collaborazione con un numero indefinito di artisti e individui
nel rispetto e nella valorizzazione delle inclinazioni personali di ciascuno e fortemente ispirata al territorio ospitante, è unica e irripetibile.
1 - Il collettivo CERCLE –
attraverso l’ente organizzatore e i propri canali di comunicazione inoltra una chiamata rivolta ad artisti di tutte le età,
gradi di professionalità e disciplina del territorio in cui viene programmata la
realizzazione dell’evento. L'apporto di associazioni e singoli individui attivi nel campo dei servizi sociali e culturali è ugualmente auspicabile, soprattutto con funzione di mediazione.
2 - Contemporaneamente viene
attivato, laddove possibile, uno stage
di formazione per attori e performer, che costituisce una ulteriore
possibilità di interazione con il territorio, coinvolgendo personalmente i
partecipanti nella realizzazione dell’evento.
3 - Il gruppo di lavoro che
viene a formarsi (Woyzeck
Lab), nel quale rientrano anche le collaborazioni instaurate
precedentemente, agisce per un tempo compreso tra i 10 e i 30 giorni nei luoghi in cui verrà realizzato l’evento finale, mantenendo altresì un dialogo aperto
con il territorio e i suoi abitanti.
4 - L'evento risulta in questo
modo non-invasivo, innestato e non
trapiantato nel tessuto sociale e nella morfologia del territorio ospitante.
Woyzeck vuole essere una
spazio aperto di dialogo tra linguaggi, artisti, territori e identità diverse
che non trascuri alcuna voce, neanche la più lieve.
Come fondatore della
“Società per i diritti umani” e con la pubblicazione de Il
messaggero dell’Assia (1833),
Büchner si schierava in difesa degli umili e incitava la popolazione ridotta
alla fame e alla schiavitù a far sentire la propria voce e a reclamare il
proprio diritto alla sussistenza di fronte ad una ristrettissima élite con la
quale non condivideva neppure uno stesso linguaggio. Woyzeck vuole rivendicare
lo stesso diritto, sul piano artistico-espressivo, in nome dello stesso
disprezzo per qualunque forma di aristocraticismo, quello culturale che si
incontra nei teatri e nelle gallerie, e disparità sociale.
“L’odio è permesso
altrettanto quanto l’amore, e io lo coltivo nella misura più piena verso coloro
che disprezzano. Vi è un gran numero di costoro che, in possesso di una
ridicola esteriorità che si chiama cultura o di una morta cianfrusaglia che si
chiama erudizione, sacrificano la gran massa dei loro fratelli al loro egoismo
dispregiatore. L’aristocraticismo è il più vergognoso disprezzo per lo spirito
umano; contro di esso volgo le sue stesse armi: orgoglio contro orgoglio, beffa
contro beffa”.
(Georg
Bϋchner, Lettera
ai genitori, 1834)